Bar e ristoranti con una storia da raccontare

15th May 2019
Bar e ristoranti con una storia da raccontare

Il settore Food & Beverage: un naturale abbinamento capace di ispirare un vasto numero di attività, arti e mestieri.

 

C’è chi mangia e beve per soddisfare i propri fabbisogni quotidiani, lottando per raggiungere il weekend a suon di barrette energetiche, chi invece vive costantemente allerta, alla ricerca di nuovi sapori, ed è quindi disposto a vagare instancabilmente fino a trovare piatti unici in grado di soddisfare il proprio esigentissimo palato. Vi è poi un'altra categoria di persone, quelle che divorano piatti e bevande esclusivamente per alimentare la propria immaginazione. Infatti, luoghi di aggregazione quali bar e ristoranti sono letteralmente intrisi di storie che lì hanno avuto luogo o sono state redatte.

 

 

Potrebbe sembrare uno stereotipo leggermente calcato quello degli scrittori che tra una pagina e l'altra conducono un’esistenza frustrante, eppure nel corso delle loro vite poco cadenzate, molti autori celebri, prima di diventare tali, si sono spesso trovati bloccati di fronte a una pagina vuota pensando che non sarebbero mai riusciti a superare l'ansia causata da quel foglio bianco senza l’aiuto di un drink o un boccone.

Per riassumere: ispirazione a comando, una pagina spaventosamente bianca, voci di sottofondo e qualcuno che festeggia, spunti vari e confusi ma nessuna idea su come metterli insieme e trarne una storia, fame e sete. Prendete una manciata generosa di tutti gli ingredienti sopracitati e mescolateli insieme, aggiungete un tocco di cultura bohémien e se la fortuna e il talento sono dalla vostra parte, otterrete un capolavoro letterario.

 

J.K. Rowling

Fortunatamente per noi, il mondo è pieno di romanzieri che abbelliscono luoghi comuni con la loro presenza, trasformando bar e ristoranti in siti iconici. Prendete per esempio la creatrice di Harry Potter, J.K. Rowling; la brillante mente dietro alle avventure di Hogwards ha infatti redatto l'intera saga dei maghi tra un bar e l’altro di Edimburgo, introducendo così una sorta di religione e un modo tutto nuovo di andare in pellegrinaggio.

Immaginari o meno, ristoranti e bar, che siano stati citati in una storia o che il loro spazio sia servito per fertilizzare tali storie, diventano letteralmente luoghi di culto visitati da appassionati di libri e fanatici che vi si fermano cercando di richiamare la sensazione che provarono leggendo quel racconto per la prima volta e immedesimarsi così nello scrittore che l’ha pensato.

 

E. Hemingway in Cuba

 

Bevetevi un Daiquiri nel cuore de La Havana con uno dei romanzieri più eclettici e rinomati del mondo, impresso per sempre nel bronzo seduto al bancone: Mr. Hemingway. Cuba è dove Papa scrisse uno dei suoi capolavori, Il Vecchio e il Mare, quindi La Havana è il posto dove più probabilmente riuscirete a respirare l'aria salmastra che ha ispirato il libro.

I luoghi di aggregazione hanno sempre giocato un ruolo chiave anche quando si trattava di impegnarsi in teorie che alla fine avrebbero, a volte, radicalmente definito culture e paesi. In termini politici, per esempio, vedi il risto-bar messicano dove Fidel Castro e Che Guevara escogitarono le prime mosse che portarono allo scoppio della rivoluzione cubana; un semplice ed accogliente bar ad angolo sito nella soleggiata Città del Messico che nel 1955 ospitò i primi incontri dei due rivoluzionari che vi erano soliti sorseggiare cortados fino al mattino.

 

The Beat Generation at Caffè Trieste, San Francisco

 

In altri casi un appiccicoso tavolo rotondo di legno può diventare il fulcro dove i letterati dell'alta società newyorkese si riuniscono per discutere, raccogliere idee e infine pubblicare quella che diventerà una tra le più acclamate riviste americane: The New Yorker.

Così fecero anche Kerouac, Cassady, Ginsberg e Burroughs, i pionieri autori della Beat Generation che negli anni '50 erano clienti abituali in molti bar e ristoranti di tutta la costa occidentale - e nel resto degli Stati Uniti.

Vi sono poi occasioni in cui le menti creative dei romanzieri hanno saputo mettere brillantemente in scena bar e ristoranti immaginari dove ambientare le avventure dei loro personaggi. Il primo luogo immaginario degno di nota è un ristorante a cinque stelle alla fine dello spazio e del tempo: Milliways serve cibo parlante ed è il protagonista del romanzo di Douglas Adams Il Ristorante alla Fine dell'Universo, secondo libro della trilogia. Altri bar nella letteratura includono il Korova Milk Bar di Arancia Meccanica di Burgess, il Lantenengo Country Club in Appuntamento a Samarra di O'Hara, 1934, o il caldo e accogliente Whistle Stop Café di Pomodori Verdi Fritti di F. Flag.

 

T. Capote

 

Gli autori erano soliti accomodarsi ai loro tavoli preferiti nei cosiddetti pozzi letterari di tutto il mondo, cioè tra New York, Parigi e Dublino, mentre assaporavano i loro drink personalizzati in cerca di ispirazione; Fitzgerald preferiva un Gin Rickey, Dorothy Parker era un'amante del Martini, Truman Capote era devoto al suo Screwdriver, ovvero la sua bevanda arancione composta da vodka, succo e fette d'arancia. Bukowski beveva praticamente qualsiasi cosa su cui potesse mettere le mani: il suo "continuous lover" era il Boilermaker, composto da uno shot di whisky e birra.

Caffè e ristoranti continueranno a servire da poli capaci di attrarre le penne, o dovremmo dire dita, di romanzieri in cerca di ispirazione, luoghi in cui anche persone prive di talento, ma in una buona luna, sarebbero in grado di romanticizzare le situazioni più comuni, trasformando le emozioni e seccature della quotidianità in qualcosa di straordinariamente bello; perché da nessun'altra parte se non nei caffè e nei ristoranti, qualcosa succede sempre.